L’azione del diavolo
Con il diavolo non si scherza. Sia perché non è tipo da apprezzare l’ironia sia perché il male è un campo d’indagine molto serio. E’ partito da questa considerazione don Paolo Ciccotti, esorcista della diocesi di Vigevano, nell’incontro di catechesi dal titolo “Quella voglia di diventare er più” dedicato proprio a Satana; più che un ascolto, tema principale del percorso autunnale del Gifra, un invito a non ascoltare ovvero a non cedere alle lusinghe di messer Satanasso. «Quella del male – ha spiegato don Ciccotti ad un teatro gremito e tutto esaurito – è una realtà che opera sotto copertura. Come scrive san Giovanni “chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere”. Per questo il diavolo adotta tre coperture: la prima è l’incredulità della cultura laica, materialista. Si ride del diavolo come se fosse una cosa poca seria: “ah, si fanno ancora gli esorcismi?”. Si liquida la questione dicendo che non siamo più nel medioevo. La seconda copertura consiste nella scelta degli operatori dell’occulto di coprirsi di sacro, di camuffarsi con statue di santi e Madonne, quadri di padre Pio, immaginette. La terza copertura purtroppo viene dai pastori della chiesa, perfino gli ecclesiastici si sentono superiori a queste cose e questa è la copertura più gradita a Satana, perché la più inaspettata».
Le tre azioni del diavolo
Sotto queste coperture il demonio è in grado di avvicinarsi all’uomo e di attuare la propria azione, che don Ciccotti suddivide in tre gradi di forza crescente. «La prima azione è ordinaria, diciamo in forma leggera. Torniamo alle nozioni del catechismo, ci sono gli angeli buoni che con la loro presenza invisibile e con le loro ispirazioni spirituali ci stimolano ad operare il bene e ci sono anche i demoni, gli angeli cattivi. Proprio nella basilica di san Francesco ad Assisi il quarto affresco di Giotto mostra la visione che san Francesco ebbe dei demoni che si stavano affollando sulla città di Arezzo». Questo primo livello interessa in prima persona ogni individuo e si pone in forma di scelte, mancanze, azioni quotidiane che possono essere “nella luce” o “nelle tenebre”, perché «papa Francesco nella prima messa celebrata in Santa Marta ha ribadito che “chi non confessa Dio, confessa il diavolo”. Tertium non datur».
Ad un grado maggiore di profondità e di coinvolgimento si colloca la seconda azione di Satana. «Un secondo livello – ha argomentato don Ciccotti – in forma più forte, è che l’uomo può entrare in contatto con gli spiriti cattivi: riti voodoo, fatture, opzioni, eccetera. Andando a mettere le mani nel sacco della farina ci si sporca, chi va al mulino s’infarina. Col diavolo non si scherza: non è che perché io sono convinto di bere acqua, se nel bicchiere c’è veleno non mi avveleno. Quando vado ad aprire certe porte, non è facile richiuderle. Ad esempio nelle sedute spiritiche sia chiaro che è sempre il demonio a interloquire… c’è un sacco di gente che fa le carte e poi va a messa, ma questo è spiritismo. Di recente ho incontrato una signora e parlando le ho detto “indovini vero?”. Lei mi ha risposto “sì, le cose che dico son giuste”. “E chi ti dà questo potere? Già… non hai mai pensato che dopo che hai usato i poteri di un altro poi c’è da pagare il conto? Vogliamo vedere come è la tua vita?” e lei “da quarant’anni è un inferno”». Già a questo punto non mancano, nell’esperienza di don Ciccotti, vite rovinate: «A Vigevano c’è un gruppo di genitori che parla con i figli defunti, ben coperti perché vanno in chiesa. Accalappiano una mamma con la scusa di farla parlare con figlio, una è entrata in questo giro e parlava col figlio. “Mamma come sei bella, mamma come ti voglio bene” all’inizio, poi dopo un anno “mamma come sei cattiva, mamma non mi vuoi bene, mamma tu sei la causa della mia malattia e della mia morte”. Sapete cosa ha fatto quella donna? Ha tentato il suicidio».
L’ultimo grado dell’intervento del maligno nella vita degli uomini è il più forte ed il più noto, la possessione. «Il terzo livello sono i disturbi di forma fortissima, quando io diavolo prende possesso del corpo dell’uomo; del corpo, non dell’anima perché l’anima è prerogativa di Dio. Nella possessione scompare la personalità della persona ed un’entità prende possesso del corpo. Sono fenomeni che assomigliano a quelli illustrati nel film “L’Esorcista”, tutto sommato fatto bene». Il demonio entra in contatto con la persona in via autodiretta o eterodiretta: «O attraverso la frequentazione dell’occulto oppure in forma subìta, quando si riceve un maleficio, che è l’arte di nuocere a una persona per mezzo del diavolo. Uso un potere diabolico, mi rivolgo agli operatori del male e dell’occulto». Malocchio, fatture, riti voodoo e simili non sarebbero solo delle credenze popolari, ma efficaci riti magici, un’affermazione che cozza con la razionalità del pensare contemporaneo e che sembra più una forma di paganesimo. «Io – ha confessato don Ciccotti per fugare l’incredulità dei presenti – vengo da una formazione scientifica e mi sono trovato con il dubbio che non potesse essere vero, a volte mi sfiora ancora. Ma poi ti trovi di fronte a queste cose e ti rendi conto della potenza del male. Oggetti vomitati integri a distanza di anni, altri comparsi nei materassi o nei cuscini, sembra una roba da matti, ma non lo è. Non è reale finché quelle cose non te le trovi sotto gli occhi».
Lo scopo del maligno
Un così immane dispiegamento di forze è al servizio di due sentimenti, per ironico contrappasso, altrettanto meschini, l’invidia e la superbia. Sono questi i due motori dell’azione del male, il primo verso gli uomini, il secondo verso Dio. «L’obiettivo di Satana è colpire l’uomo. Sul perché ci aiuta la prima lettera di san Giovanni: “Carissimi, noi fin d’or siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui”. Il diavolo agisce per strappare l’uomo a questa sua vocazione, essere figlio di Dio. Satana sa bene quale è la beatitudine del paradiso, l’ha vissuta, è come uno che ha perso la vista e può capire cosa è la cecità. Satana vede che ogni battezzato è potenzialmente candidato alla visione beatifica di Dio, per la sua frustrazione di aver perduto il paradiso si rivale sulle creature toccate dalla grazia. Lui vuole portare le persone alla perdizione eterna». L’invidia appunto, e la superbia: «Una volta gli ho chiesto “Lucifer, tu torneresti indietro?” No, non mi umilierò mai ad andargli a chiedere il perdono. Il problema non è Dio che è misericordioso, è la libertà, la volontà del diavolo. Nella Bibbia ci sono tratti sufficienti per capire quanto basta sulla natura della sua ribellione; nella Genesi il serpente dice “diventerete come Dio”, questo è quello che lui ha voluto fare. Mi ha detto “al tuo padrone – non lo chiama mai per nome – ho chiesto una sola cosa, di sedere sul suo trono” e io ho risposto “o hai cercato di usurparlo?”. Il peccato del diavolo è proprio questo, la brama di avere di più e di essere “er più”. Il primo peccato è la superbia, i Padri della Chiesa hanno visto nell’orgoglio la sua perdizione, frutto del voler affermare la sua indipendenza da Dio e il suo volersi sostituire a Dio. Essere Dio al posto di Dio, questa è l’essenza del peccato, voler essere signori della nostra vita, la creatura che non accetta di dipendere da Dio. So io cosa mi serve, perché devo credere a Dio? Il male è nato quando la libertà creata ha rifiutato la divina dipendenza». Ecco allora di nuovo la forza dell’azione ordinaria del demonio, quella tentazione quotidiana fatta di piccole scelte e piccoli compromessi che accrescono le tenebre e diminuiscono la luce di un’anima arrivando talvolta a spegnerla. «Immaginate – ha detto don Ciccotti – che sia sera inoltrata. Guardiamo una bella villa, con dieci stanze e dieci finestre tutte illuminate; tutta la casa è nella luce. Poi passa un po’ di tempo e si spengono due luci, ve ne sono ancora otto accese. Ancora un po’ e se ne sono spente cinque, già metà casa è nel buio. Alla fine ne restano solo due accese, il solo 20% della casa è illuminato. Proviamo a portare questo esempio nella vita: la religiosità nella nostra comunità cristiana è diminuita in modo verticale dal dopoguerra ad oggi… questo non significa che l’80% della popolazione è indemoniato, la possessione è un fenomeno straordinario, chi vive al di fuori della luce è già di Satana. Non ha bisogno di intervenire su di loro, me lo ha detto lui stesso in un esorcismo: “Sono già miei”».
La salvezza dell’uomo
L’esorcista ricorda la metafora della prima lettera di San Pietro, in cui “il vostro nemico, il diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede”. Il leone che si aggira per la selva e ghermisce chi si mostra una preda indifesa, ma anche l’arma data da Dio per proteggersi dagli artigli del felino, la fede. «I malefici funzionano? Dipende dal mago e dalla persona colpita, se quello è un ciarlatano e se questa è una persona religiosa. Più una persona è vestita dall’armatura della grazia, meno è esposta all’azione del diavolo. Per venirne fuori l’unica nostra forza è la grazia di Dio, l’esorcista aiuta l’uomo a riappropriarsi di Dio, della fede. Il Signore mentre ci libera ci guarisce».
Catechesi inaspettata
La guarigione avviene in ogni istante, perché Gesù non abbandona l’uomo neppure nelle tenebre più profonde, capace di rischiararle affidando la catechesi perfino al diavolo stesso. «Questa trascrizione – ha letto l’esorcista – è del 7 dicembre 2010, vigilia dell’Immacolata Concezione. Ordinai a Lucifero di lodare Maria Immacolata… “lei è la sempre Vergine, la madre di tutte le creature, quella che vi sostiene, che vi ama, è quella che intercede presso il Figlio quando la pregate, è la madre di tutti voi. Non potrò mai amarla, riconosco la sua santità, riconosco la sua enorme bontà, vi contiene tutti, siete tutti in quel cuore immacolato. Non c’è da commuoversi? Questa è la nostra forza». Ed ancora: «Il 4 gennaio 2011 Lucifero mi ha detto una cosa che mi ha fatto capire il vero significato dell’espressione Dio è amore: “lei non odia nessuno, guarda tutti con occhi di misericordia, guarda anche me con occhi di misericordia e quello sguardo non posso sopportarlo, mi guarda come un figlio prodigo”. Dio è sempre e solo amore, la Madonna non ha due facce, Dio non ha due facce, è amore sempre e con tutti. Mi viene da chiedergli che ne era di lui prima della Caduta: “prima che gli chiedessi di provare il suo trono io ero totalmente immerso nell’amore, mentre ora sono escluso da quell’amore”. Lui vuole trascinare più persone possibile e sottrarle all’amore. Gli domando chi lo costringe a dire queste cose, perché a volte è obbligato a dire le cose e non mente: “Lei. C’è un messaggio che vuole farvi arrivare: lei desidera la conversione del vostro cuore e che ci sia gioia nel vostro cuore quando pregate; la preghiera non sia un arido sforzo, ma sia fatta con gioia”».