La ragione delle apparizioni
La catechesi autunnale del Gifra affronta le apparizioni di Maria, un tema di confine, tanto che «la Chiesa non obbliga a credere alle apparizioni», come ha chiarito il relatore del primo appuntamento Diego Manetti, insegnante e autore di diversi libri sull’argomento. L’apparizione è la visione esterna della figura del santo, ma non tutti i cristiani hanno lo stesso sguardo su di esse: «Per i protestanti – ha argomentato Manetti – è inammissibile l’apparizione della Madonna, i fenomeni soprannaturali sono inganni del demonio. Gli ortodossi sono possibilisti, però con una tradizione più contenuta della nostra, anche in relazione al rispetto particolare per la figura della Madonna. La Chiesa cattolica non solo è possibilista, ma anche impegnata a riconoscere il fenomeno». In totale sono 17 quelle che hanno ottenuto la sanzione ufficiale della Santa Sede, per molte altre è ammesso il culto pur non essendoci il riconoscimento, altre ancora hanno avuto un pronunciamento negativo. Anche per i cristiani in ogni caso le apparizioni non cambiano il quadro della Rivelazione poiché, ha spiegato sempre Manetti, «il Catechismo, al numero 67, dice che “la fede cristiana non può accettare ‘rivelazioni’ che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento”. Se ignoro le apparizioni posso andare in Paradiso? Benissimo, perché tutto è nel Vangelo». La domanda allora resta, perché? «Il primo santuario al mondo – ha raccontato Manetti – è quello di Guadalupe, visitato da 15-20 milioni di persone ogni anno, a Lourdes sono 8, a Parigi, in Rue du Bac, ogni anno si contano 1 milione di persone. Sempre a Parigi, quante sono le persone che visitano il Louvre? 500mila – in realtà fonti ufficiali riportano 9,7 milioni di visitatori nel solo 2012, ndr – il dato vorrà dire qualcosa. Forse la Madonna appare perché chiama i figli più lontani. Noi abbiamo un mandato missionario, annunciare il Vangelo, cioè Gesù. Chi più della Madonna può annunciare? Maria avvicina al Cristo».
Affrontato il motivo, occorre interrogarsi sull’atteggiamento da tenere nei confronti del fenomeno. «La Chiesa – ha affermato il relatore – conduce un’indagine molto seria sulle apparizioni. Di solito inizia il vescovo, la conferenza episcopale quando si ha una valenza nazionale, la Santa Sede se il rilievo è internazionale. A Medjugorje il primo a pronunciarsi fu il vescovo di Mostar, inizialmente favorevole e poi portato a fare un passo indietro dal regime comunista, affermando nel 1986 la “non soprannaturalità”. A quel punto intervenne l’allora cardinale monsignor Joseph Ratzinger, che chiese di portare la questione a Roma; volle fare le cose come si deve. Nel 1991 la dichiarazione di Zara della conferenza episcopale jugoslava dichiarò che al momento non era possibile esprimersi, ma che il fenomeno era positivo e andava osservato [1]. L’autorità ecclesiastica può intervenire solo in caso di giudizio negativo, cosa fare come cristiani? Noi siamo tenuti all’obbedienza alla chiesa, che è madre e degna di fiducia. Medjugorje non è stata ancora riconosciuta perché è in corso, sono diversi gli elementi da valutare: l’apparizione deve essere terminata, bisogna avere la certezza morale della credibilità del contenuto e sulla persona, non ci deve essere una speculazione relativa al fenomeno». Quindi occorre trovarsi di fronte a un atto compiuto, almeno nella sua dimensione pubblica (ci sono casi di veggenti che hanno testimoniato apparizioni “private” dopo che la rivelazione al mondo si era conclusa), e che quanto affermato non sia in contraddizione con la dottrina della Chiesa, inoltre è importante appurare che non vi siano fenomeni di emulazione da parte di impostori e che non si sia in presenza di un disturbo psichico.
Se il contenuto è fondamentale nel definire cosa è apparizione, cosa dicono le 17 riconosciute dalla Chiesa? «Ratzinger – ha ricordato lo scrittore – ha dichiarato in un’intervista che “non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, attraverso persone semplici e anche per mezzo di segni straordinari che denuncino l’insufficienza delle culture che ci dominano, marchiate di razionalismo e di positivismo”[2]. La Madonna a Rue du Bac fa vedere il mondo avvolto dalle spire di un serpente cui lei schiaccia la testa. A La Salette dice “da quanto tempo soffro per voi” e appare con un crocifisso vivo sul petto insieme a un martello e a delle tenaglie, invitando a scegliere tra continuare a piantare i chiodi o toglierli. A Lourdes promette a Bernadette di farla felice non in questo mondo, ma nell’altro e Bernadette è morta a Nevers dimenticata dal mondo, con delle consorelle che non la sopportavano e le facevano fare le pulizie nonostante avesse un tumore al ginocchio. Eppure il suo corpo è integro ancora oggi e lei sorride, morendo a 35 anni. Ecco perché mi interessa se la Madonna appare: oggi l’uomo ha i mezzi tecnici per annientare il pianeta, la Madonna dice sempre le stesse cose, quando il pericolo si fa più imminente moltiplica i messaggi, io faccio lo stesso con i miei studenti, quando l’esame è vicino glielo ricordo ogni giorno. A Medjugorje abbiamo oltre mille messaggi pubblici, non è vicino il momento della prova? Lei stesso ha detto che queste sono le ultime apparizioni. Gesù non ha detto convertitevi o morirete tutti? La Madonna ripete questo e appare perché è una creatura esattamente come noi, testimoniandoci che il Paradiso c’è».
[1] “Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vali luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell’attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l’insegnamento della Chiesa. A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje” (Dichiarazione di Zara, 10-4-1991).
[2] V. Messori, “Rapporto sulla fede”