Presepio di solidarietà
Per chi suona la campana?
In piazza a Betlemme, sotto il campanile, c’è tutto il villaggio; ognuno è dedito alle proprie incombenze: il mugnaio trasporta la farina alla bottega del fornaio; l’allevatore di polli reca le uova che serviranno all’impasto; le giovani ragazze, con le brocche, vanno alla fontana ad attingere l’acqua che amalgamerà gli ingredienti; il pecoraio provvede al latte che andrà aggiunto; il boscaiolo ha procurato la legna per accendere il fuoco nel forno; il falegname ha intagliato le pale per infornare; la tessitrice ha preparato sacchetti di iuta per confezionare il prodotto; il garzone che farà la distribuzione per ora riposa. Tutti gli ingredienti stanno per giungere a destinazione; tutti concorrono alla preparazione e presto per le vie di Betlemme (che significa casa del pane) si annuseranno il profumo e la fragranza di un bel pane fresco.
Improvvisamente suona la campana. Tutta la gente si ferma come impietrita, dispiaciuta. Come avviene in ogni paese, comincia a correre di bocca in bocca la stessa domanda: “Per chi suona la campana? Chi è morto?” E’ usanza che la campana annunci la dipartita di qualcuno e la gente si chiede a chi sia toccato questa volta, per chi siano i rintocchi di oggi.
Ma stavolta non è una campana a morte; non è morto nessuno. Anzi, sì, è morta la morte, è morta la tenebra, è morto il peccato. Nella stalla è nata la Luce, è nata la Vita, è nato il Pane di vita eterna. Non serve più il pane del fornaio, tutti si rivolgono alla mangiatoia e là portano i loro ingredienti. Li portano a Colui che diviene, per sempre, il nostro unico e necessario alimento.
Non chiedere più per chi suona la campana; la campana ora è suonata per tutti noi.
Sostegno e vicinanza ai fratelli del Medio Oriente
Il Signore vi dia pace!
Viviamo tempi difficili, continuamente bombardati da immagini forti che ci parlano di violenza, di sopraffazione, di morte.
Noi frati Cappuccini di Vigevano siamo a conoscenza, anche per la testimonianza diretta dei nostri confratelli, che in Libano e a Gerusalemme la situazione è drammatica e
molte persone, non sapendo dove andare, chiedono aiuto, rifugio, consolazione presso le nostre strutture.
Siamo consapevoli di poter fare umanamente poco per contrastare questa situazione, tuttavia non vogliamo rassegnarci.
Spinti dalla gravità del momento, i nostri fratelli hanno aperto conventi, scuole, chiese per dare ospitalità a tanti bisognosi.
Non vogliamo rimanere indifferenti ma farci prossimi innanzitutto con la preghiera e tendendo loro una mano, aiutandoli a sostenere la loro generosità, ecco perché le
offerte che verranno raccolte davanti a questo presepe verranno devolute per far fronte alle tante necessità i nostri fratelli si trovano ad affrontare ogni giorno.
Ognuno con libertà dia secondo le proprie possibilità.
Con l’augurio di un buon cammino in preparazione al Natale di Gesù vi auguriamo ogni bene.
I frati Cappuccini