Pentecoste
Pentecoste
La riflessione di P.Ringo
Certo qualcuno avrebbe preferito che quegli uomini paralizzati dalla paura, rimanessero per sempre inchiodati in casa, così come li aveva scovati il Signore Risorto (“…mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei, venne Gesù…”).
Invece il Maestro li scaraventa nel mondo: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. E lo Spirito provvede a far saltare i chiavistelli delle finestre e delle porte. Questa è la Chiesa della Pentecoste, che non si rassegna ad essere innocua, elemento decorativo nel panorama delle feste…
Sa rimanere a lungo nel cenacolo, ma non esita ad uscire fuori, sulle piazze o per le strade, annunciando il Vangelo.
Preoccupata delle “cose di Dio”, ma zelante nelle “cose degli uomini” (da non confondere con gli affari).
Certo, ancora oggi, ci sono capi e capetti che preferiscono la Chiesa prima della Pentecoste… devota, timida, chiusa in sacristia assorbita nell’impresa di “salvare le anime”, lasciando che i furbi si occupino del resto (ossia dei propri interessi, potere incontrollato, posti, operazioni di dubbia pulizia anche se coperte col marchio cristi no).
Inutile riservarle un posto d’onore sul palco. Il posto glielo assegna di volta in volta, lo Spirito Santo!
Allorché c’è di mezzo lo Spirito e non il gradimento degli “interessati”, può capitare che la Chiesa sia al proprio posto proprio nel momento in cui non sta al proprio posto!
Insomma: che cosa sta succedendo?
E’ la domanda inevitabile posta dalla Pentecoste di ieri e, c’è da augurarsi, di oggi!!!
P. Ringo