Al Gifra la “guerra degli opposti”
Presi nel mezzo. La sensazione che avranno i partecipanti alla catechesi invernale del Gifra avranno esattamente questa sensazione, perché i frati cappuccini del convento di corso Genova hanno deciso di proporre come tema “Tra gli opposti nella vita: indagine nell’animo umano”.
Sacerdoti, psichiatri, filosofi, psicologi si succederanno da lunedì prossimo presso il teatro del Gifra – ore 21:15 – nelle sette conferenze per esplorare le contraddizioni insite nello spirito umano, nel tentativo di metterne in luce discontinuità e punti di contatto, in un continuo scivolare ora da una parte ora dall’altra della barricata di opposti.
Il primo appuntamento, affidato all’ex parroco di San Pietro Martire don Stefano Cerri, prenderà in esame proprio “la difficile arte dell’equilibrio”, la mediazione tra bianco e nero che è forse la regola fondamentale del gioco delle contrapposizioni.
Nella seconda conferenza al centro sarà l’eroismo, “meglio un giorno da leone o cento da pecora? Tra sincerità e bugia”, relatore lo scrittore Diego Manetti, mentre nella terza sarà toccato un tema che è l’inquietudine stessa del genere umano, “l’incertezza di San Tommaso tra fede e dubbio”, a far da cicerone il filosofo don Pier Mario Ferrari.
Spazio anche alla famiglia e alle “difficili convivenze familiari: tra amore e indifferenza”, conferenziere lo psicologo Alessandro Meluzzi, tappa intermedia prima di affrontare l’argomento tabù per eccellenza, la morte “dalla perdita alla rassegnazione: i colori del lutto”, discettazione cromatica del benedettino e teologo Michael Davide.
Lo psichiatra Eugenio Borgna, psichiatra di indirizzo fenomenologico e di fama nazionale, affronterà il rapporto tra bene e male, “il diavolo e l’acqua santa”, il teologo Giannino Piana chiuderà il ciclo di catechesi con la lectio “Tra l’egoismo e l’altruismo: da che parte stare?”.
Sette appuntamenti per rappresentare lo spettacolo in cui tutti gli opposti sono in scena, la vita, contraddizione anch’essa perché, con le parole di Primo Levi, «siamo così voraci nei confronti della vita da dimenticare che la morte ne fa parte».
(Fonte, L’Araldo Lomellino del 19/10)